HONDA
Sound performance
di SIGOURNEY WEAVER (Biagio Caravano / Daniela Cattivelli)
durata 30’00”
produzione Xing/Live Arts Week
Un gruppo di persone (minimo 20) che operano nello spazio dando luogo ad un agglomerato scultoreo e sonoro. Attorno ad un voluminoso sound system, costituito da un ammasso di altoparlanti, come per effetto di una forza centrifuga s’irradiano nello spazio eventi di diversa natura: acustici, elettrici, fisici.
Corpo e suono si definiscono in una prospettiva plastica e spaziale mediante una successione di azioni concrete. Accatastare, impacchettare, depositare in un luogo una massa, un volume fisico e sonoro che agisce da centro di propagazione. Una geometria acustica che presuppone, nel tentativo di stabilizzarsi, la possibilità di un crollo in molteplici direzione.
WORKSHOP
Per la realizzazione della performance Sigourney Weaver propone un laboratorio gratuito della durata di una giornata. Il workshop è aperto a un massimo di 20/25 persone interessate ad approfondire un lavoro di gruppo, sonoro e fisico, e a sviluppare un’attitudine alla scena. Per accedere al laboratorio non è indispensabile avere una particolare formazione o specifiche competenze. Al termine del laboratorio i partecipanti saranno coinvolti attivamente nella performance che avrà luogo la sera stessa.
LOCATION
La performance si presta per essere realizzata in ambienti privi di sedute e di palco. Il pubblico è disposto lungo tutti i quattro lati della sala, mescolato con i performers che si muovono costantemente tra il centro e il perimetro della sala.
In alternativa, prevediamo la possibilità di realizzare la performance anche su un classico palco. In questo caso il pubblico sarà on stage, disposto lungo tutto il perimetro del palco.
HONDA è un omaggio ai white paintings di Robert Rauschenberg, tele monocromatiche considerate equivalenti visivi di 4’’33’’, il brano fintamente silenzioso di John Cage.
A proposito dei quadri bianchi di Rauschenberg il compositore americano scrisse: “To Whom It May Concern: The white paintings came first; my silent piece came later.” (John Cage)